Vi avranno già parlato di Ginostra e voi forse, come è successo a me, avrete inizialmente pensato si trattasse di un’isola. Una delle Eolie, avete pensato, ma poi il conto delle isole non tornava. Dunque vediamo: Panarea, Stromboli, Alicudi, Filicudi, Salina, Lipari, Vulcano… no, Ginostra non c’è. Eppure anche se geograficamente Ginostra non è un’isola, ma piuttosto una località di Stromboli, lo è per il senso di isolamento che dà, per quella sensazione di essere in una dimensione appartata e lontana. Una località su un’isola che è più isola di un’isola.
Il barcaiolo che ci porta a fare il giro di Stromboli, arrivati a Ginostra annuncia: “Ecco a voi Ginostra, 28 abitanti e 5 asini” e poi ci lascia nel minuscolo porto. Ci verrà a prendere più tardi, dopo tramonto e cena. Noi ci incamminiamo sulla stradina in salita che porta alle poche case del paese, una stradina che è poco più di una mulattiera. A Ginostra le “strade” sono così e non ci sono le macchine, i motorini, le Ape Car. Nulla che faccia rumore. A Ginostra arrivi solo per mare. E poi cammini, per lo più in salita e in discesa.
Nel giro di tre giorni è la seconda volta che veniamo qui e durante la prima esplorazione, una mattina, abbiamo girovagato tra le case bianche, giocando a scegliere la nostra terrazza preferita e studiando le discese a mare. Ci siamo immaginati a dondolare su quella amaca oppure seduti su quella panca a contemplare l’orizzonte in giornate di silenzio e calma, immersi in gran letture, dopo rinfrescanti nuotate.
In questa seconda gita a Ginostra sappiamo subito dove andare a goderci il tramonto e infatti, appena sbarcati, ci incamminiamo verso il minuscolo piazzale davanti alla chiesa, che più che un piazzale è un largo balcone di pietra, un palco davanti al sipario del mare. Prima di sederci lì ad aspettare che si metta in scena il gran spettacolo del tramonto, facciamo un salto nel negozio di alimentari di fianco alla chiesa, dove, imitando altri intorno a noi, ci riforniamo di bottigliette di birra e cestini di olive. A poco a poco turisti e abitanti di Ginostra si riuniscono tutti lì ad aspettare. C’è chi si porta una sedia, chi si siede per terra o sulla panca di pietra che delimita il piazzale, chi rimane in piedi, la birra in mano e un’espressione rapita.
Vicino alla chiesa c’è la casa che avevo scelto per gioco qualche giorno prima, dicendo: “Quella è la casa dove vorrei passare le mie vacanze se venissi a Ginostra!”. E siccome a volte, non si sa né come, né perché, ma le cose vanno proprio dove devono andare, finisce che conosco, lì di fronte al tramonto, la ragazza che affitta le stanze proprio di quella casa. La Casa Blu, la “mia” casa sul mare. Cosa che io interpreto subito come un gran segno del destino. E contro il destino, sarete d’accordo con me, c’è proprio poco da fare.
NOTE PRATICHE
- A Ginostra, così come nel resto dell’isola di Stromboli, non c’è illuminazione pubblica. Per girare per il paese dopo il tramonto portatevi una torcia.
- Per fare il bagno si può scendere dal paese al molo (acqua trasparente!) oppure scendere in un paio di altri posti. Non c’è sabbia e neppure spiagge con sassi piccoli, ma accessi al mare fatti da scogli piatti e gran sassoni (vedi foto qui sotto).
- Ci sono due ristoranti, un paio di alimentari/bar. E basta. Ai ristoranti la sera si cena a lume di candela.
- La Casa Blu ha una terrazza meravigliosa sulla quale si aprono tre stanze da letto, arredate in modo semplice e dotate di angolo cottura. Le tre stanze condividono un bagno. La stanza a sinistra entrando sulla terrazza è la più luminosa, l’ultima a destra è invece un po’ buia. Sulla terrazza tavoli e sedie invitano comunque a una vita all’aperto.
Taccuino:
Casa Blu
Ginostra
http://www.ginostrainblu.com/
è un posto meraviglioso…penso che un bel giorno( spero presto….) mi farò una bella vacanza in quella splendida casa blù….
Pingback: Dormire a Stromboli a casa di Camilla | Nomadi Stanziali
Il piu bello posto del mondo!!!!!