L’amica islandese guida e intanto chiacchiera. In sottofondo un cd con la voce di Emiliana Torrini, che di italiano ha il nome e il papà, ma è nata qui e canta in inglese.
Lasciamo Reckyavik in direzione ovest, verso la penisola di Snæfellsnes, a due ore di strada dalla capitale. Passiamo un tunnel, un fiordo. La strada è vuota davanti a noi, un lungo nastro nero a delimitare il panorama. L’amica islandese mi indica campi di lava ricoperti di muschio, campi di lava non ricoperti di muschio, montagne, cavalli, torrenti da salmoni. Racconta storie e aneddoti. Mi dice che i vulcani qui hanno nomi di donna, perché sono caldi e imprevedibili. Come Hekla, per esempio, che diventa subito il mio nome di vulcano preferito. La Hekla.
Ci dirigiamo verso Budir, verso la chiesetta nera da cartolina che tutti vanno a vedere da queste parti. E quando ci arriviamo capisco il perché. Il paesaggio intorno è splendido, solitario e ventoso. Lunghi fili d’erba, lava nera, sabbia, oceano. Romantico vero.
Per pranzo ci fermiamo di fianco alla chiesa, al ristorante dell’hotel Budir, l’unica altra costruzione di questo posto. L’hotel è incantevole, d’altronde come tutto il resto qui. Gli interni sono accoglienti e caldi, la vista dalle vetrate meravigliosa. Ti immagini seduto su una delle loro poltrone di pelle a rimirare la baia, dopo aver passeggiato lì intorno a lungo. L’hotel però è anche molto noto e non a buon prezzo. Chiediamo per curiosità e alla reception ci dicono che hanno una sola stanza disponibile per la notte e che costa 200 euro. Salutiamo e proseguiamo.
Prossima tappa: Hellnar, minuscolo villaggio sul mare. Stesso paesaggio incantato, stessi campi di lava. Poche case sparse, un baia, tanto vento, un molo. L’area qui intorno è una riserva naturale nella quale sono segnati numerosi percorsi. D’estate vengono organizzate escursioni guidate, anche in inglese. Noi passeggiamo pigri sulle scogliere lì intorno, scattiamo foto. Quando il vento ci ha surgelato per bene, troviamo rifugio in un caffè-ristorante minuscolo e affollato, con pochi tavolini all’interno e un terrazza di legno all’esterno. Piccole sedie rosso fuoco, finestre dipinte di bianco e blu, tovaglie ricamate. L’amica islandese, quando si trova da queste parti, viene qui spesso, a mangiare una zuppa di pesce o a fare merenda. Dice che si mangia bene, a prezzi onesti. Vero. Prendiamo caffè e waffels, serviti con un panna buonissima, che infatti finisce subito. Anche questo caffè mi piace. Mi piace l’atmosfera semplice. Mi piacciono le sedie rosse. Mi piace la panna.
Dopo la pausa ristoratrice, di nuovo sulla strada. C’è molto altro da vedere qui sulla penisola di Snæfellsnes. Ci sono il ghiacciaio e altre spiagge ventose. Ci sono passeggiate a cavallo sulla spiaggia da fare. Uccelli marini da avvistare. Ma soprattutto c’è il vulcano Snaeffelsjokull e la magia del viaggio al centro della terra, che qui Giulio Verne fa iniziare. Così: « Scendi nel cratere dello Snaeffelsjokull, che l’ombra dello Scartaris viene a toccare alle calende di luglio, audace viaggiatore, e arriverai al centro della terra. Il che ho fatto. » (Jules Verne, Viaggio al centro della Terra)
Taccuino:
Hotel Budir
Snaefellsnes
Tel. +354 435 6700
Fax. +354 435 6701
budir@budir.is
www.budir.isFjoruhusid caffè-ristorante
Hellnar
Tel. + 354 435 6844
Che bello, foto stupende e grazie per i consigli. Mi viene vogia di partire domani!
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Sono stata qualche giorno a SA RASCASSA, seguendo un tuo suggerimento di qualche mese fa. La baia di Aiguafreda è incantevole, la locanda è molto carina, c’è bisogno di qualche restyling nelle camere (Oscar farà lavori durante l’inverno) e quindi sarà interessante tornare, anche perchè la Costa Brava è molto bella fuori stagione, belle calette e un mare stupendo.
Grazie dei tuoi suggerimenti.
prego Elisabetta! lieta che ti sia piaciuto
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