Guide di viaggio per bambini: sì, no, forse?

City Guides ZigZag 1

Da quando è nata mia figlia talvolta mi interrogo su come sarà viaggiare con lei quando sarà un po’ più grandicella (adesso ha poco più di un anno). Come si concilierà la mia voglia di esplorare posti nuovi e di conoscere e visitare città e paesi e il suo legittimo desiderio di starsene stanziale  su una spiaggia (possibilmente la stessa dell’anno prima) o su un prato in montagna con altri bambini a giocare? Come si fa a incuriosire un bambino che viaggia? Come si trovano stimoli, idee e percorsi che non gli facciano vivere l’esplorazione di posti nuovi come una noiosissima tortura imposta dai genitori?

Nel tentativo di capire che ne sarà di me tra qualche anno e ingolosita dalla scoperta in rete di una serie di belle guide per bambini, butto lì su Facebook una domanda ai genitori viaggianti e chiedo:

Avete mai usato guide di viaggio o guide delle città scritte per i più piccoli?

Dalle risposte emerge che il mercato delle guide di viaggio per bambini non gode di buonissima salute. La maggior parte dei miei contatti su Facebook dice di non averle mai acquistate o usate e ammette che non le comprerebbe.

Tra i genitori che non usano guide c’è Daniela che però suggerisce di fare tenere ai bambini un diario che raccolga i loro pensieri e impressioni, anche per scoprire, come è successo a lei con i suoi due gemelli, che all’ennesimo paesino con chiesetta i bambini sono in realtà stufi marci. Anche Maria Paola leggerebbe volentieri una guida scritta dai bambini e pur consultando guide online, ammette però di non trovarle utilissime perché, dice: “i bambini sono imprevedibili e decidono loro sul momento quello che e’ interessante, divertente, curioso”. Tra chi consulta le risorse diponibili online ci sono Barbara aka Blimunda che per ogni località cerca suggerimenti in rete, ma quasi mai nei “siti specializzati in viaggi con i figli”, Angela che abita negli Stati Uniti e che usa le guide che trova sul web e ne segue i suggerimenti, Miralda che dà un’occhiata ai siti dedicati ai bambini e che vorrebbe scrivere lei una guida per turisti in erba (e io con lei!). E poi c’è Domitilla che mi segnala momsontherun.it

Ah! E c’è anche Zio Burp il papà blogger più mamma blogger di tutta la rete che commenta: “Guide per bambini? Francamente mai. Ma io vado sempre nei soliti due posti, non giro molto. Anni fa ho comprato una guida di Repubblica, mi pare… L’Italia per ragazzi, dedicata ai parchi divertimenti, musei ecc. L’avrò aperta un paio di volte, non di più…”.

Infine, la realisticamente drastica Federica, che tornata da un tour del Perù con figliolo al seguito dice: “No. Sinceramente spieghiamo noi ai più piccoli. Son già stressati dall’essere trascinati in metropoli straniere o su treni improbabili su vette peruviane. Cerchiamo di non aggravarli ulteriormente mentre sognano di essere su una spiaggia della Liguria con la paletta in mano e invece stanno visitando Berlino o Lima
”.

City Guides ZigZag 2

In sintesi quasi nessuno usa le guide cartacee, molti quelle online, della cui utilità però alcuni sono fortemente scettici.  E io cosa ne penso?  Io amo le guide di viaggio, quelle per bambini incluse. Se fatte bene, mi sembrano uno strumento utile e divertente, specialmente se si tratta di guide interattive. Per questo mi sono così piaciute le ZigZag City Guides, guide per le città pensate per i bimbi e che contengono, per ogni città, una mappa e una serie di cartoncini con informazioni, curiosità, attività e quiz per divertire i piccoli turisti metropolitani. A guidare i bimbi in questi libretti colorati sono Zig e Zag, due personaggi che accompagnano i piccoli nella scoperta delle città da visitare. Per ora Zig e Zag sono stati a Roma e San Francisco, ma presto andranno anche a Parigi e New York. Ecco, a me l’idea sembra vincente: coinvolgere i piccoli turisti in giochi e quiz incentrati sulla scoperta della città. Aspetto che Nina sia più grande e poi le testiamo insieme. Magari cambierò idea, magari no.

PS Le ZigZag City Guides sono al momento solo in inglese, il che le rende uno strumento per i nostri bimbi per imparare qualche parola straniera divertendosi.